Il complesso (chiesa e convento) di Santa Maria delle Grazie, sorge all'interno del centro storico di Ferrara, in un area di margine ad immediato ridosso delle mura orientali della città, nella zona di espansione chiamata Addizione Erculea.

Le fonti storiche, sebbene in disaccordo tra loro in merito alla data esatta dell'inizio e della fine dei lavori, collocano la costruzione del complesso a cavallo fra il XV ed il XVI secolo.

Poche sono le informazioni che si riesce a raccogliere sulla vita del complesso conventuale attraverso i secoli e spesso solo come riflesso di altri avvenimenti di maggiore importanza. Sappiamo, ad esempio, da una visita apostolica compiuta dal vescovo Maremonti, che nel 1574 il convento ospitava ben 103 monache.

A seguito delle disposizioni napoleoniche, la chiesa ed il convento di Santa Maria delle Grazie vengono soppressi nel 1798 e le monache sono costrette a ritirarsi nel convento del Corpus Domini. L'anno successivo, però, dopo la partenza delle truppe francesi, rientrano nuovamente in possesso delle loro proprietà.

Il Comune di Ferrara acquista il complesso nel 1836 e lo destina in parte a caserma in parte a lazzaretto.

Subito dopo il primo conflitto mondiale viene trasformato in dimora popolare per offrire un ricovero a poveri e sinistrati, ma da allora in poi il convento di Santa Maria delle Grazie acquista nomea di luogo triste e malfamato per la presenza, all'interno del dedalo dei suoi locali, di una vera e propria corte dei miracoli, frequentata soprattutto da ladri e prostitute.

Nel 1971 il Comune vende il complesso all'Università degli Studi. Nel 1980 l'Università realizza un primo progetto di restauro e ricostruzione parziale del convento, per adibirlo a sede di istituti scientifici, varando un piano di recupero e valorizzazione.

Solo oggi finalmente questo straordinario spazio ha ritrovato una nuova vita con un uso adeguato alla sua storia.


tratto dal volume "Biblioteca chimico-biologica S. Maria delle Grazie", a cura di Università degli Studi di Ferrara.